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"Mentre l'Italia del vino gira per cantine (aperte a tutti per il tradizionale appuntamento di fine maggio) l'Italia del mare si ritrova in questi giorni a Gaeta, per tre giorni di sole, storia e buongusto dedicati a "La Tiella di Gaeta- L'arte commestibile", manifestazione colta e ghiotta giunta alla seconda edizione." E' questa, apparsa su un articolo di Repubblica del 27 Maggio 2005 a firma della giornalista Francesca Alliata Bronner, la migliore definizione dell'evento organizzato dal Comune di Gaeta e dall'associazione Gaetavola nei giorni 26-27-28 Maggio.
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Colta e ghiotta perché, accanto alla degustazione della tiella, antica pietanza conosciuta già dal '700 e rivalutata nei suoi aspetti storici e gastronomici, la manifestazione ha avuto altri motivi di deciso interesse parlando de "L'arte commestibile" un tentativo, peraltro riuscito, di proporre una correlazione
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tra il cibo e diverse espressioni artistiche, inquadrandola in sezioni ben definite per meglio comprendere l'importanza che esso conserva nella cultura italiana ed il rispetto che merita oltre agli aspetti meramente gustativi e conviviali, già di per se degni di attenzione.
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Così il giovedì è stata la volta de "L'arte nel cibo", con la partecipazione dell'Istituto Alberghiero di Formia, della Federazione Italiana Cuochi, dei barman del golfo di Gaeta e del pasticciere Carmine De Falco che hanno creato sculture, composizioni, cocktails, piatti artistici davanti ad un folto pubblico incantato dalla sapiente manualità con la quale manipolavano cibi e bevande;
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"Cibo escrittura" dialoghi intorno alla simbologia del cibo in letteratura con la partecipazione di Sandra Cervone, Rossella Fusco, Vera Mignano, Giuseppe Napoletano, intrigante chiacchierata ricca di citazioni di brani tratti da libri famosi e declamazione di poesie sempre attinenti al cibo, il tutto all'interno dello splendido chiostro del complesso architettonico della SS. Annunziata risalente al '600, davanti ad un pubblico interessato; ed ancora "Cinema e cibo" con la proiezione del film "Il pranzo di Babette" premio Oscar come miglior film straniero nel 1987,seguito il venerdì da "Mangiare bere uomo donna" di Ang Lee. Va rilevata la perfetta collocazione delle sezioni all'interno di Via Annunziata, per cui era possibile vedere film, gustare tielle e bere stando seduti e chiacchierare beatamente,ascoltare la musica di sottofondo curata da Radio Spazio Blu, passeggiare tra le botteghe artigiane, visitare l'originale mostra di libri antichi con rarissimi incunaboli, partecipare alle varie performances, senza sovrapposizioni ed in assoluto relax: veramente piacevole.
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Il venerdì le sezioni riguardavano "Il cibo nell'arte" estemporanea di pittura con la partecipazione degli artisti Aprea, Autiero, Di Santo, Magnati C., Magnati M., Marra, Valente, che hanno rappresentato su tela la loro interpretazione del cibo; "Cibo e teatro" una piece teatrale della compagnia "Bertolt Brecht" dal titolo Pulcinella racconta la Tiella, immaginaria scoperta di Pulcinella dell'origine gaetana della pizza tramite la fama della tiella. Ed infine il sabato "Musica e cibo", coinvolgente concerto di un gruppo musicale di Macerata Campania, Battuglie di past' e lless.Si tratta di un gruppo di ragazzi, perfettamente coordinati da un vero e proprio rais loro coetaneo, che suonano strumenti agricoli come botti, tinelli, falci, riuscendo ad elaborare suoni contadini ancestrali altamente coinvolgenti, quasi tribali.
La tiella è stato il collante gastronomico di queste sezioni, preparata da 11 forni di Gaeta e da gruppi di massaie che hanno proposto in abbondanza sia quelle di verdure che quelle a base di pesce; abbiamo calcolato che nei tre giorni sono state consumate circa 1400 tielle per un totale di 11200 porzioni e per la cui degustazione era necessario disporre degli ormai famosi follari, antica moneta coniata a Gaeta nel 1400 ed ormai elemento distintivo delle manifestazioni organizzate da Gaetavola. E la tiella ha avuto il giusto riconoscimento della sua storia da parte dell'assessore alle attività produttive del Comune di Gaeta, dr. Matarese, che ha attribuito il marchio De.C.O. (acronimo di Denominazione Comunale di Origine) a questa pietanza, oltre che alle olive di Gaeta. La De.C.O. è un riconoscimento che viene attribuito a quei prodotti alimentari che per storia, tradizione, qualità, sono parte integrante della cultura ed identità di una città; in questo senso Gaeta è stata tra le prime città d'Italia ad aver predisposto, nel febbraio 2003, il regolamento De.C.O. mentre altri prodotti (cozze, sciuscelle, mostaccioli, pomodori spagnoletta, puntarelle) sono in attesa di ricevere l'ambito marchio. E' nostro augurio che si passi rapidamente alla fase operativa dell'attribuzione in quanto siamo convinti che rappresenti un'applicazione concreta dei temi cari all'associazione. Ulteriori informazioni sulle De.C.O. sul sito www. Infodeco.it.
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Dunque una manifestazione ricca di interesse per l'importanza del cibo in quanto cardine del benessere fisico e fonte di ricchezza economica e culturale; carica di significati perché dimostra la necessità ormai primaria di sfruttare appieno ed in modo sostenibile cultura, storia, territorio, mare, perché riteniamo che sia proprio sulla qualità dell'offerta di servizi turistici, di abitazioni, di vivibilità, di ospitalità, di una buona e sana eno-gastronomia, di un territorio preservato dal cemento, che si possano creare le condizioni affinchè residenti e turisti godano appieno di un comprensorio ricco di potenzialità contribuendo ad evitare il declino e lo spopolamento.
Programma Manifestazione

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